Dice Nick Hornby che i libri battono tutti. Nel senso che battono le canzoni e i film. Non ricordo se la partita contemplasse anche quadri e fotografie e altro, ma mi pare di no. E comunque sia, secondo lui i libri vincono su tutti.
Se ne potrebbe discutere a lungo ovviamente.
Comunque è domenica sera e sono in casa, e allora poso il libro e mi alzo dal divano e prendo un album dallo scaffale e accendo lo stereo e appoggio gentilmente il disco sul lettore e lo faccio suonare.
Un vecchio album degli Smiths.
Mi piacciono gli Smiths.
Quella malinconia ironica.
Quelle melodie romantiche.
Mi piacciono gli Smiths.
Penso a quanti momenti della mia vita, come credo delle vite di molti, siano indissolubilmente legati a delle canzoni.
Insomma ci sono persone, giorni, estati e anni interi a cui possiamo dare una colonna sonora, e spesso lo facciamo in automatico quando ci tornano in mente.
O al contrario quando quella canzone li richiama da una memoria dove quelle persone e quei giorni e quelle estati e quegli anni affogano apparentemente dispersi.
In quei momenti ci sentiamo soli, o almeno io mi sento solo, nel senso che mi sembra di assentarmi dal presente e dalle persone che vivono nel presente per tornare, solitario, in un passato che non esiste più.
Credo in fondo siano alcuni dei nostri momenti più intimi, più difficili da raccontare all’esterno anche se volessimo e provassimo a comunicarli scrivendo grande e in stampatello.
Per certi versi è una fregatura, un girovagare mentale agrodolce senza meta.
Con i libri per me è un po’ diverso.
E’ più facile mi cali nella storia, che mi immedesimi anche, e allora il ricordo è legato a quella.
Mi capita spesso di rileggere delle pagine, di ricercare delle parti e delle frasi, ma raramente mi riportano ad un mio passato personale, almeno se inteso come legami e emozioni e sentimenti.
Le canzoni invece entrano in qualche modo nella tua biografia, e un po’ ci rimangono per sempre. Anche se a volte non vorresti.
Manderò una mail a Nick Hornby per sapere che ne pensa.