Non ho letto Borges.
E nemmeno Céline, Kafka, Moravia e un sacco di altri autori “fondamentali”.
Questo pensavo ieri pomeriggio immerso in una lunghissima doccia calda.
Fuori piove ed è metà ottobre e fa quasi freddo.
Il problema è che ci sarebbero infinite cose da fare e da sapere, libri da leggere e dischi da ascoltare e film per i quali andare al cinema e posti da vedere e persone da conoscere e in qualche caso da amare.
Ci frega il tempo.
Mi appellerei alla teoria della relatività di Einstein per lasciarmi convincere che anche il tempo è relativo e la sua limitatezza non così definitiva, ma non a caso si chiama teoria; non è di grande aiuto su un piano pratico, almeno non lo è nel nostro duemilaquindici.
Del resto non ci sono nemmeno le auto che volano e gli skateboard gravitazionali immaginati da Robert Zemeckis.
E pure la lunga doccia è finita.